In questi anni, una serie di drammatiche vicende, ultima in ordine di tempo quella di Eluana Englaro, e perfino alcune opere cinematografiche (da Million Dollar Baby di Clint Eastwood a Les Invasions Barbares di Denys Arcand) hanno portato al centro del dibattito pubblico le questioni dell’eutanasia e del cosiddetto ‘testamento biologico’.
Alla luce dei più recenti dati dell’Osservatorio Scienza Società, il testamento biologico appare un’opzione percorribile per un’ampia maggioranza di italiani: oltre sette italiani su dieci sono favorevoli alla possibilità di dare indicazioni anticipate sull’utilizzo di cure, qualora non si fosse più coscienti, in una situazione di grave malattia e senza speranza di guarigione.
Il dato acquista ancora più pregnanza se si considera che l’orientamento religioso non determina una significativa differenza tra le opinioni: esiste un consenso del 71% tra credenti cattolici e dell’83% tra i non credenti.
Emergono maggiori differenze, invece, considerando il titolo di studio: chi possiede una bassa scolarità è meno propenso all’adozione del testamento biologico (50%) mentre tra i laureati e diplomati si registra una maggiore apertura (70% e 80%). Anche l’età è un elemento discriminante dato che più di otto giovani su dieci sono favorevoli mentre tra gli over 65, la percentuale diminuisce al 56%).
Tra le ragioni di questo favore verso il testamento biologico prevale il diritto di scelta individuale, con una propensione di chi ha una maggiore scolarità a tutelare i pazienti dall’accanimento terapeutico. Chi si dichiara contrario alla possibilità di esprimere le proprie volontà in materia di cure, invece, giustifica la propria posizione attribuendo a Dio l’unica potestà decisionale sulla vita umana.
I dati completi dell’indagine sono disponibili qui.
Per approfondire vedi anche V. Arzenton e M.Bucchi, Gli italiani e la scienza. Primo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia, in Observa Science in Society, Annuario Scienza e Società 2008, Ergon Edizioni 2008.
L’Osservatorio Scienza e Società è dal 2003 il primo monitoraggio permanente delle tendenze e degli orientamenti dell’opinione pubblica italiana nei confronti di ricerca e innovazione tecnologica. Promosso da Observa Science in Society con il sostegno della Compagnia di San Paolo, l’Osservatorio nasce con l’intento di offrire a policy makers, media, istituzioni di ricerca e cittadini una solida base conoscitiva, suscettibile di comparazione a livello internazionale e di aggiornamenti periodici, per favorire un dibattito informato e costruttivo sui temi del rapporto tra scienza e società. È condotto tramite interviste CATI su un campione di 1000 casi, rappresentativo della popolazione italiana di età superiore a 15 anni, con la supervisione scientifica di Massimiano Bucchi (Università di Trento), Federico Neresini e Giuseppe Pellegrini (Università di Padova) e la direzione di Valeria Arzenton (Observa – Science in Society).
La rilevazione a cui fa riferimento l’articolo è stata condotta tramite interviste telefoniche con metodo CATI su un campione di 996 casi, stratificato per genere, età e ripartizione geografica, rappresentativo della popolazione italiana con età uguale o superiore ai 15 anni.
Nell’immagine, il testamento autografo di Alfred Nobel (tratta da http://nobelprize.org)