Nonostante la scienza e la tecnologia siano da tutti riconosciute come fattori di crescita e sviluppo, per cui è necessario investire rilevanti risorse anche in politiche della scuola e della formazione, circa un terzo degli iscritti alle facoltà scientifiche non completa il proprio ciclo di studi (OCSE, 2010). Si assiste pertanto al fenomeno degli abbandoni o al cambio di indirizzo accademico, specialmente nel primo anno di corso.
Esistono varie teorie che cercano di interpretare questi fenomeni, generalmente focalizzate sugli aspetti strutturali dell’offerta universitaria oppure sul processo di scelta formativa dei giovani che si caratterizza per essere continuo e costantemente orientato a ricercare un’identità e un ruolo da ricoprire nel futuro. Pochi studi hanno cercato di mettere in luce gli aspetti che, secondo gli studenti, possono evitare l’abbandono o la migrazione verso altri tipi di studio. È quanto si è proposto il progetto europeo IRIS, mediante la raccolta del punto di vista di un campione rappresentativo di 2667 studenti italiani.
Quali sono, dunque, i fattori che permettono agli studenti iscritti alle facoltà scientifiche di non cambiare indirizzo o lasciare definitivamente gli studi? Grazie ai risultati raccolti con l’indagine IRIS è stato possibile individuare tre fattori principali.
Il primo fattore emerso dall’indagine è il rapporto con i compagni di studi. Appartenere ad un gruppo informale, partecipare ad attività laboratoriali con altri studenti e studiare assieme in vista di un esame sono elementi molto importanti, specialmente per le studentesse. La condizione sociale di studente, secondo gli intervistati, è la dimensione prioritaria per poter sostenere l’impegno degli studi fronteggiando le inevitabili difficoltà di stare al passo con il ritmo di apprendimento richiesto.
Il secondo fattore segnalato è il livello di apprendimento. I risultati raggiunti sono considerati decisivi soprattutto per gli studenti iscritti ai corsi di Biologia, Fisica e Matematica. Sviluppare un buon livello di apprendimento consente di allineare le proprie competenze con le richieste dei programmi di studio e favorire un positivo avvicinamento all’ambiente accademico.
Il terzo fattore riguarda il sostegno delle strutture universitarie e il rapporto con i docenti. La disponibilità di ambienti adeguati, di orari sostenibili e laboratori efficienti permette di avvicinarsi alla scienza in modo attivo, praticando esperienze che sono state rilevanti anche nel corso della scuola secondaria. Molti studenti, a questo proposito, confermano quanto già emerso dai dati dell’indagine internazionale ROSE sull’orientamento degli adolescenti verso la scienza e la tecnologia: la presenza di un laboratorio nel proprio istituto moltiplica la possibilità che gli studenti si iscrivano ai corsi scientifici universitari. Così come nella scuola superiore, anche all’università il rapporto con i docenti svolge un ruolo cruciale per sostenere la partecipazione attiva degli studenti. Essi suggeriscono la necessità di interagire con professori coinvolti nel loro processo di apprendimento e animati dalla capacità di trasmettere la loro passione per la ricerca.
La permanenza in un corso di laurea scientifico è parte di un percorso che coinvolge aspetti cognitivi, emotivi e soprattutto la costruzione della propria identità futura. Non si possono dunque immaginare facili ricette per motivare gli studenti a rimanere nei corsi di studio senza considerare il percorso di crescita che i giovani conducono in questa fase della loro vita. Ciò nonostante, le motivazioni raccolte dalla loro viva voce ci danno alcune indicazioni importanti. Per sostenere la partecipazione ai corsi scientifici si deve favorire un contesto relazionale e strutturale in grado di permettere agli studenti e alle studentesse di verificare i loro progressi di apprendimento, il livello di interesse e il desiderio di appartenere alla comunità scientifica.
I risultati dell’indagine europea IRIS saranno pubblicati nel 2013, nel volume Participation, Retention and Gender Equity in Science, Technology, Engineering and Mathematics Higher Education, a cura di Ellen K. Henriksen, Justin Dillon e Jim Ryder, edito da Springer.
Giuseppe Pellegrini, tra i curatori dell’Annuario Scienza e Società 2012, è docente di Metodologia e Tecnica della Ricerca Sociale presso l’Università di Padova. È membro del comitato scientifico di Observa Science in Society e coordina la sezione “Scienza e Cittadini”.