Per il consumatore è sempre più difficile scegliere quali cibi portare sulla propria tavola: da un lato si assiste infatti alla crescita del flusso di informazioni a disposizione sui prodotti e sui processi di produzione, da un altro ciò comporta una maggiore complessità e dunque incertezza, inasprita a sua volta dagli scandali che negli ultimi anni hanno colpito il settore agro-alimentare. Non c’è da sorprendersi dunque se il cibo attualmente occupa un posto d’onore nell’agenda pubblica e nei discorsi dei cittadini, sempre più interessati ai prodotti di qualità, tra i quali vanno senz’altro annoverati gli alimenti biologici.
Questa è la ragione per cui diventa di cruciale importanza rilevare la sensibilità degli acquirenti nei confronti di questi prodotti, studiando le loro opinioni, le percezioni, i comportamenti e le pratiche d’acquisto.
In secondo luogo è altrettanto importante esplorare gli atteggiamenti e le percezioni degli imprenditori agricoli riguardo la produzione biologica, al fine di comprendere le loro motivazioni, l’ambiente operativo, le eventuali problematiche e infine le possibili prospettive di promozione e valorizzazione di questo specifico comparto alimentare.
Il progetto RISBIO – Ricerca di strategie per sostenere la competitività delle imprese biologiche, finanziato dal Ministero per le politiche agricole e forestali, con il coordinamento del Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria dell’Università di Bologna (direttore scientifico Prof. Malagoli), muove da questi due presupposti, promuovendo un’indagine sia sui consumatori sia sugli imprenditori, con un dubplice obiettivo: da un lato definire un piano di comunicazione al consumatore che individui gli strumenti e i mezzi più idonei a fornirgli le informazioni legate al percorso produttivo del bene acquistato e dall’altro delineare un processo di sensibilizzazione dell’impresa, anche al fine di ridurre i costi generali del sistema.
Alle attività di ricerca hanno partecipato: Il Centro Ricerche Produzioni Vegetali, La Natura Viva Group Italia e il Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali.
L’unità di ricerca sociale per Observa era composta da: Valeria Arzenton, Federica Farinello, Giuseppe Pellegrini e Simone Sprea. Observa ha curato la realizzazione di un ciclo di focus group e una survey su 500 aziende del biologico e un’indagine campionaria nazionale sui consumatori.
I principali risultati del progetto sono stati pubblicati su diverse riviste del settore, tra cui AZBIO (n° 9/2007); Terra e Vita (n° 17/2007) e Bioagricoltura (n° 106).
L’indagine sui consumatori ha analizzato nel dettaglio alcune caratteristiche di chi acquista esclusivamente prodotti biologici, dai luoghi di acquisto ai prodotti più consumati; dalle motivazioni della scelta del bio alla diffusione di altri comportamenti ecologicamente sostenibili.
Dai dati è emerso il consumo di prodotti provenienti da agricoltura biologica è un’abitudine rilevante per molti Italiani, dato che il 53,1% delle famiglie intervistate dichiara di acquistare prodotti biologici e convenzionali. Una quota esigua ma non trascurabile degli intervistati (2,3%) si rivolge invece esclusivamente al settore biologico.
I responsabili degli acquisti intervistati sono soprattutto donne (77%): un dato che conferma quanto il ruolo femminile sia ancora oggi decisivo nelle scelte di acquisto per il cibo che si consuma a tavola. Le quote di acquisto dei prodotti bio variano sensibilmente tra coloro che scelgono prodotti bio e convenzionali, anche se tre famiglie su dieci acquistano tra il 25% e il 50% dei propri prodotti alimentari come bio. Questi orientamenti di acquisto sono abbastanza stabili considerando che il 46,6% dei nuclei familiari che utilizzano prodotti biologici lo fanno da più di cinque anni.
I luoghi di acquisto preferiti sono i punti vendita della grande distribuzione. Sette famiglie su dieci, infatti, acquistano alimenti bio presso i supermercati ove, già da diverso tempo, sono stati allestiti spazi dedicati a questi prodotti. I negozi specializzati del settore bio sono frequentati dal 13,7% dei responsabili degli acquisti. Analizzando le preferenze di acquisto più in dettaglio, si nota che i quattro gruppi di prodotti alimentari bio più acquistati sono: l’ortofrutta fresca e trasformata (59,7%), riso e pasta (13,7%), latte e derivati (7,7%) e le uova (4,1%).
Per quanto riguarda le motivazioni che spingono all’acquisto, gli intervistati sottolineano il fatto che i prodotti bio non contengono residui di pesticidi e concimi chimici (86,1%) e l’assenza di ogm (75,8%).
Tra le altre motivazioni selezionate, troviamo anche la cura dell’ambiente nelle fasi di produzione e la maggiore sicurezza rispetto ai prodotti convenzionali (70% e 60%).
Esistono alcuni comportamenti fortemente associati all’acquisto di prodotti bio. Tra questi segnaliamo l’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale (53,4%) e di prodotti tipici (32,6%). Si registra, infine, una forte relazione tra l’uso di medicine non convenzionali e convenzionali e l’acquisto misto di prodotti alimentari tradizionali e biologici.
Chi si occupa di acquisti alimentari sottolinea la differenza di prezzo esistente tra i prodotti convenzionali e quelli biologici: il 38,8% sostiene che vi è una differenza tra il 26% e il 50%. Tuttavia, posti di fronte alla scelta tra due tipi di uova, gli intervistati hanno preferito optare per le uova bio accettando in più del cinquanta per cento dei casi un sovrapprezzo del 40%.
La quota ormai consistente delle famiglie che utilizzano un’alimentazione mista di prodotti convenzionali e bio segnala il progressivo affrancarsi di comportamenti alimentari sempre più orientati da ragioni culturali e da una precisa attenzione alla salute e all’ambiente. Si tratta di elementi di benessere legati a stili di vita sostenuti da particolari scelte alimentari, che trovano nell’alimentazione biologica un terreno privilegiato di sviluppo.
Per quanto riguarda il fronte imprenditoriale, l’indagine di Observa ha inteso mettere in luce sia le motivazioni e le criticità della produzione biologica, sia le strategie di promozione del settore indicate dai produttori.
E’ così emerso che i produttori scelgono l’agricoltura biologica perché sono convinti di produrre cibi più sicuri per la salute (58%), di salvaguardare l’ambiente (52,5%), di offrire maggiori tutele alla salute dei lavoratori (49,5%). Tuttavia si dicono anche preoccupati per i bassi prezzi di vendita (39%), per gli adempimenti burocratici (30%) e i costi di certificazione (29%).
Tra le strategie di promozione del settore che gli imprenditori considerano prioritarie, emergono invece: l’ampliamento dei contatti di vendita lungo la filiera (45,8%), l’iscrizione a marchi di tipicità (43,2%), l’uso dell’informazione via internet (41,5%) e lo sviluppo di aggregazioni strategiche tra imprenditori (40,9%). Per incrementare il valore aggiunto delle produzioni, si propone una rosa di interventi, dei quali risultano decisivi l’apertura ad incontri pubblici in azienda (43,6%), la partecipazione a momenti promozionali come fiere, mostre, degustazioni (43,3%) e l’attività di agriturismo (40,5%).
Lo studio ha infine evidenziato le opinioni dei produttori sui consumatori. A loro giudizio, i cittadini sono fortemente interessati all’acquisto di prodotti bio per la loro capacità di tutelare la salute (49,5%) e, secondariamente, ritengono che i prodotti siano considerati più sicuri rispetto a quelli convenzionali (29,5%). Infine, sottolineano che le caratteristiche più apprezzate dai consumatori riguardano la sicurezza igienica (57,9%), la bontà e gli aspetti gustativi (57,4%) e in minor misura le caratteristiche nutrizionali e gli ingredienti del prodotto (44,5% e 44%).