I nuovi dati dello Science in the Media Monitor di Observa, presentati a Venezia in anteprima alla “Sixth World Conference on The Future of Science – Virus: the invisible enemy.
Dalla “mucca pazza” alla “nuova influenza”: virus, epidemie e pandemie sono divenute negli ultimi anni un elemento ricorrente nei media. Ma che cosa accade quando questi temi diventano materia giornalistica? E come è cambiato il modo di trattarli? I nuovi dati dello Science in the Media Monitor, l’osservatorio sulla copertura dei temi legati a scienza e tecnologia nella stampa quotidiana italiana, che saranno presentati oggi a Venezia, offrono numerosi spunti interessanti.
Una tendenza tipica dell’informazione, anche nel caso di emergenze globali come il virus H1N1, è spostare rapidamente l’enfasi sul piano locale. Così, nel caso della nuova influenza il picco di attenzione è registrato in occasione del primo decesso attribuito al virus in Italia (il 20% sul totale degli articoli) e al dibattito sui vaccini (15%), mentre l’innalzamento della soglia di allerta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riscosso un’attenzione molto più modesta (2%).
Un’altra tendenza è quella all’oscillazione continua tra allarme e rassicurazione, senza che si arrivi a una conclusione risolutiva per il lettore.
Secondo Massimiano Bucchi, professore di Scienza Tecnologia e Società all’Università di Trento e fra i relatori della Sesta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, «in passato i media erano ‘messaggeri del pericolo’, portavoce delle istituzioni sanitarie e degli esperti, che tramite i mezzi di informazione dispensavano consigli e raccomandazioni. Oggi invece l’informazione ospita una polifonia di giudizi e indicazioni, provenienti da ricercatori e medici, che non conduce quasi mai a una conclusione risolutiva e a una chiara indicazione operativa per il pubblico; il formato della discussione che prevale è quello del talk show, laddove è importante alimentare il confronto di opposti punti di vista, anziché la soluzione».
A queste dinamiche contribuisce anche la scelta delle fonti intervistate: il 59% degli esperti citati nella stampa quotidiana sul tema della nuova influenza sono medici e operatori sanitari, mentre molto ridotta è la consultazione di ricercatori quali virologi o epidemiologi.
Questo però non significa che i media abbiano scarsa attenzione per questi argomenti. I dati dello Science in the Media Monitor sfatano infatti un mito: le notizie legate a scienza e tecnologia rappresentano il 13% degli articoli pubblicati ogni anno sui principali quotidiani italiani, con un totale di oltre 9000 articoli rilevanti nel 2009 e con un aumento significativo rispetto all’anno precedente.
I risultati completi sono stati presentati a Venezia in occasione della Sixth World Conference on The Future of Science. Lo Science in the Media Monitor è condotto da Observa Science in Society sotto la supervisione di Federico Neresini (Università di Padova). Attraverso un innovativo sistema informatico, il Monitor archivia e analizza ogni giorno tutti gli articoli su scienza e tecnologia pubblicati online da quattro tra i principali quotidiani italiani (Corriere della Sera, Repubblica, Sole24 Ore e La Stampa, recentemente si sono aggiunti Avvenire e Il Giornale).
Lo Science in the Media Monitor è il primo Osservatorio sulla comunicazione pubblica della scienza e della tecnologia in Italia, un monitoraggio approfondito e sistematico della copertura dei temi legati alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica nei media italiani. Lo Science in the Media Monitor è un’iniziativa di Observa Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
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