Nòva24, il supplemento de Il Sole24ore su Ricerca, innovazione e creatività, uscito il 16 novembre 2006, presenta i dati di una recente indagine condotta dall’Osservatorio Scienza tecnologia e Società di Observa sugli orientamenti dei giovani verso gli studi scientifici.
L’indagine dell’Osservatorio mette in evienza come l’atteggiamento dei giovani italiani verso la scienza appaia improntato a un’ambivalenza quasi schizofrenica: i ragazzi imparano con disinvoltura a utilizzare l’ultimo modello di telefono cellulare o i programmi di download di files musicali; partecipano in massa ai festival della scienza e sono assidui telespettatori dei programmi di divulgazione; eppure quando si tratta di scegliere di studiare una disciplina scientifica all’università, si tirano indietro.
Evidentemente, esiste un problema di percezione di ciò che studiare scienza rappresenta agli occhi dei giovani, ed è per questa ragione che i dati raccolti da Observa-Science in Society su un campione di ragazzi nella fascia di età cruciale (16-20 anni) rappresentano un punto di partenza particolarmente significativo.
Tra coloro che intendono frequentare l’Università, poco meno di uno su cinque (18%) è già sicuro di iscriversi a un corso di laurea scientifico; più di uno su quattro ci sta pensando (29%). Uno su due (50%) lo esclude. Se andiamo a vedere le motivazioni di questi ultimi, troviamo la conferma che non pesa in modo significativo il timore di precarie prospettive di occupazione o di carriera, né di disincentivi provenienti da famiglia o amici, né problemi logistici. Per la stragrande maggioranza dei ragazzi (72%), infatti, il punto fondamentale è che la scienza risulta difficile o noiosa. D’altra parte, se andiamo a vedere le motivazioni di chi ha già scelto di fare studi scientifici, il risultato è speculare: si studierà scienze perché ‘appassionano gli studi scientifici’ (81%) e solo marginalmente perché si avranno così più possibilità di trovare lavoro. Ancorché suscettibili di approfondimento, i dati si prestano ad interessanti considerazioni sulle possibili risposte di policy, che finora si sono prevalentemente concentrate sul piano ‘culturale’, tentando di riabilitare l’immagine della scienza agli occhi dei giovani. Se ciò è indubbiamente importante, altrettanto importante appare non sottovalutare il ruolo del contesto scolastico, giacché è con ogni probabilità proprio in tale contesto che si forma la percezione di una scienza ‘difficile’ e ‘noiosa’. Tanto per fare un esempio, oltre il 75% degli intervistati ritiene che gran parte delle difficoltà nello studiare matematica siano dovute ‘al fatto che la maggior parte degli insegnanti non spiega bene’. Poco più di uno studente su tre, poi, ha avuto l’occasione di utilizzare un laboratorio di scienze, nonostante la stragrande maggioranza di quelli che hanno avuto questa opportunità la giudichi molto utile per la propria preparazione. Resta, infine, da non sottovalutare l’importanza di incentivi e sostegni concreti (borse di studio, sostegno nell’inserimento professionale).
L’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società è il primo monitoraggio permanente delle tendenze e degli orientamenti dell’opinione pubblica italiana nei confronti di ricerca e innovazione tecnologica.
L’Osservatorio è un’iniziativa del centro ricerche Observa Science in Society, realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo. La supervisione scientifica è di Massimiano Bucchi (Università di Trento), Federico Neresini e Giuseppe Pellegrini (Università di Padova), in collaborazione con Valeria Arzenton.
La rilevazione è stata condotta tramite interviste telefoniche con metodo CATI su un campione di 449 casi, rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra i 16 e 20 anni.Vedi i dati e le note metodologiche.