Negli ultimi tempi le questioni legate al clima hanno assunto un notevole rilievo per l’opinione pubblica italiana. Per oltre un quinto degli intervistati i cambiamenti climatici costituiscono addirittura il problema attualmente più rilevante a livello mondiale, secondi solo alla povertà nel terzo mondo e ben davanti ad altre potenziali fonti di preoccupazione globali quali i conflitti tra religioni e le incertezze legate ai cicli dell’economia.
Tale percezione trova un chiaro riscontro nel fatto che quasi tutti gli italiani (90%) si dicono convinti che il clima stia effettivamente stia diventando sempre più caldo – solo uno su dieci esprime perplessità o dubbi. Ma su quale base si fonda questa convinzione?
Ebbene, assai poco sulle prove portate a sostegno dagli esperti e dai documenti scientifici (17%) e ancor meno sulle campagne informative delle associazioni ambientaliste (13%): per quasi due intervistati su tre il mutamento climatico è constatabile osservando l’alterazione delle stagioni e in particolare il fatto che le estati sono sempre più calde e gli inverni meno freddi.
Un dato che si presta a diverse considerazioni: in primo luogo, nonostante un dibattito ormai molto articolato sul piano scientifico, il clima è evidentemente ancora considerato come una questione su cui la percezione diretta e individuale è una guida nel complesso affidabile. D’altra parte, è possibile prenderne spunto per una riflessione critica sulla capacità degli esperti scientifici – e soprattutto delle associazioni ambientaliste – di influenzare l’agenda pubblica su questi ed altri argomenti che sempre più frequentemente si impongono alle decisioni collettive.
L’articolo è stato pubblicato su Nova24 giovedì 22 febbraio 2007.
I risultati completi dell’indagine sono disponibili qui.
L’Osservatorio Scienza e Società è un’iniziativa di Observa Science in Society, realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo. La supervisione scientifica è di Massimiano Bucchi (Università di Trento), Federico Neresini e Giuseppe Pellegrini (Università di Padova), in collaborazione con Valeria Arzenton.
La rilevazione è stata condotta tramite interviste telefoniche con metodo CATI su un campione di 988 casi, stratificato per genere, età e ripartizione geografica e rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 15 anni.