L’Italia ha pochi ricercatori, con un deficit rispetto ad altri paesi che è evidente soprattutto nel settore privato. Stipendi bassi ed età elevata del personale di ricerca sono altri elementi che ci caratterizzano in negativo, mentre resta buona la produttività, soprattutto in alcune discipline. Ampie anche le differenze regionali, sia nelle competenze degli studenti sia nella stessa distribuzione dei ricercatori.
Sono alcuni degli spunti che emergono dall’Annuario Scienza e Società 2009, quinta edizione del volume realizzato da Observa – Science in Society, con il sostegno della Compagnia di San Paolo e pubblicato da Il Mulino.
Presentato in anteprima a Torino, il volume propone in forma sintetica e accessibile una raccolta ragionata di informazioni e dati, provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili per comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell’innovazione nella nostra società.
L’Italia resta piuttosto debole in termini di numero di ricercatori: poco più di tre ogni mille occupati, quasi la metà della media europea (UE27). Tralasciando i vertici della graduatoria (la Finlandia che ne ha quasi 17 e la Svezia con quasi 13), fanno meglio di noi anche Grecia e Spagna.
Questo divario è particolarmente profondo nel settore privato. Nel mondo dell’impresa lavorano in Italia circa tre scienziati su dieci; in Svezia e Giappone i ricercatori del settore privato sono quasi il 70%, e poco meno anche nella più vicina Austria.
Nel complesso l’Italia è uno dei paesi europei dove i ricercatori guadagnano meno: chi fa ricerca nel nostro Paese percepisce il 15% in meno della media europea e oltre un terzo in meno di inglesi, tedeschi, olandesi, austriaci. I ricercatori italiani sono anche tra i meno giovani d’Europa. In Irlanda il 70% ha meno di 44 anni, contro il 57% da noi. Un quarto dei docenti universitari ha già compiuto 60 anni, contro il 10% di Francia, Spagna e Regno Unito (solo in cinque Paesi dell’est europeo il personale di ricerca è più vecchio del nostro).
Un dato positivo riguarda la produttività: l’Italia, infatti, figura tra i primi otto paesi Ocse per articoli scientifici pubblicati negli ultimi 10 anni – pur rimanendo dietro a Germania, Regno Unito e Francia – e il tasso di crescita nella produzione scientifica è superiore alla media europea (UE15).
Tuttavia i ricercatori italiani non hanno grande successo nell’accedere ai fondi europei. Nell’ambito del 6° Programma Quadro dell’Unione Europea, meno del 15% dei progetti di ricerca presentati da italiani ha ottenuto finanziamenti, rispetto al 20% di quelli proposti da Regno Unito o dalla Germania, al 25% di Francia e al 28% dei Paesi Bassi.
Secondo i due curatori del volume, Massimiano Bucchi (professore di Scienza Tecnologia e Società all’Università di Trento) e Valeria Arzenton (responsabile delle attività di ricerca di Observa), «un altro tema critico è quello delle differenze regionali. In matematica e scienze abbiamo studenti con competenze vicine alla crema dell’Europa e dell’OCSE (come Friuli, Trentino-Alto Adige, Veneto) e purtroppo studenti con competenze tra le più basse del mondo (come in Puglia, Campania e Sicilia). Un divario visibile anche ad altri livelli: circa la metà del personale impiegato in ricerca e sviluppo in Italia è concentrato in tre regioni (Lombardia, Lazio e Piemonte)».
L’Annuario Scienza e Società, giunto quest’anno alla quinta edizione, propone in forma sintetica e accessibile una raccolta ragionata di informazioni e dati, provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili per comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell’innovazione nella nostra società: risorse umane e investimenti destinati alla ricerca e all’innovazione, brevetti e utilizzo di nuove tecnologie, orientamenti pubblici verso la scienza, una cronologia dei principali eventi che hanno segnato i rapporti tra scienza e società nel corso del 2008, i volumi pubblicati sul tema durante l’anno.
Una sezione speciale di approfondimento, «Gli italiani, la scienza e l’ambiente. Secondo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia», offre una fotografia aggiornata dei rapporti tra cittadini e scienza nel nostro paese.
Per informazioni, Ufficio Stampa Observa: 0444 305454; observa[at]observanet.it.