Controversie scientifiche come quelle sui cambiamenti climatici, sulla fecondazione assistita o sui rischi connessi allo sviluppo delle nanotecnologie espongono il pubblico ad una quantità di informazioni molto elevata, in grado di disorientare anche i cittadini meglio informati.
Le cronache dei quotidiani, le fonti video multimediali e le pagine Web riportano infatti in questi casi la diversità delle opinioni coinvolte, i punti di disaccordo tra il pubblico, i decisori politici e gli stessi esperti. Nel caso del recente dibattito sui cambiamenti climatici ha avuto luogo un acceso dibattito, ad esempio, tra scienziati sostenitori delle cause antropogeniche dei cambiamenti climatici e scienziati scettici, sfociato recentemente in un vero e proprio ‘climagate’. Lo scorso dicembre 2009, infatti, ha fatto discutere la pubblicazione sul web di centinaia di email scambiate tra ricercatori che si occupano di clima, sottratte da ignoti hackers dal server dell’Università dell’East Anglia. Secondo alcuni commentatori, la corrispondenza rivelerebbe accordi personali nel tentativo di enfatizzare dati a sostegno delle tesi sul riscaldamento globale da parte di alcuni scienziati.
Per avere un’idea della quantità enorme di dati e di notizie disponibili riguardanti le controversie scientifiche e tecnologiche, è sufficiente prendere come riferimento il numero di pagine Web indicizzate da Google. Qui, ad esempio, una ricerca in italiano attraverso la parola chiave “cambiamenti climatici” produce 582.000 pagine di risultati, il termine “fecondazione assistita” 225.000 e il termine “nanotecnologie” 171.000 risultati.
Di fronte a tale sovrabbondanza di informazioni come è possibile farsi un’idea sulle controversie scientifiche e tecnologiche? Come evitare di lasciarsi disorientare dalla polifonia di esperti, voci, pareri e consigli? Come prendere una posizione chiara e solida di fronte all’eterogeneità delle informazioni?
Si tratta di domande di sempre più difficile risposta, e non solo per i cittadini. I giornalisti scientifici e i decisori politici sono ad esempio due figure spesso coinvolte in questi dibattiti per la professione che svolgono. I primi sono chiamati a raccontare al grande pubblico l’esito delle scoperte scientifiche ma anche i retroscena del lavoro degli esperti, mentre i secondi hanno il compito di prendere decisioni che diventano poi vincoli normativi per un numero elevato di persone, utilizzando il parere e la consulenza degli esperti. Ebbene, di fronte alla complessità delle informazioni presenti nelle controversie scientifiche e tecnologiche anche i giornalisti e i decisori politici rischiano di trovarsi spaesati e incapaci di mettere a punto strategie adeguate al contesto in cui si trovano ad agire.
Per cercare di mettere ordine nella quantità di informazioni spesso disordinate e fortemente eterogenee disponibili sulle dispute scientifiche e tecnologiche, il progetto europeo MACOSPOL (Mapping Controversies on Science for Politics) ha previsto la raccolta sistematica in un sito Web di strumenti, percorsi e casi di studio che hanno l’obiettivo di semplificare la vita di chi si trova direttamente coinvolto nelle dispute che riguardano la scienza e la tecnologia. Le risorse raccolte nel corso del progetto MACOSPOL consentono di sintetizzare le informazioni rilevanti che riguardano le controversie scientifiche e tecnologiche e di renderle disponibili per una serie differenziata di pubblico: non solo giornalisti scientifici e decisori politici, ma anche un pubblico di non esperti e gli stessi scienziati che intendono avere un quadro d’insieme sul grado di disaccordo e sulle argomentazioni dei protagonisti coinvolti nelle dispute.
MACOSPOL ha coinvolto sette Università europee, è stato coordinato da Bruno Latour dell’Università Sciences Po di Parigi e si è concluso con un workshop di presentazione tenuto a Venezia, presso la sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere, ed Arti, lo scorso ottobre 2009. Nel corso del workshop, 20 tra i più importanti giornalisti e decisori politici europei sono stati invitati ad utilizzare e sperimentare in anteprima alcuni degli strumenti contenuti nel sito Web.
Gli ospiti del workshop di MACOSPOL hanno utilizzato, più specificatamente, un tutorial introduttivo pensato e progettato proprio per i giornalisti e i decisori politici, che accompagna l’utente nell’uso di tecniche e strumenti Web automatici che permettono di sintetizzare i contenuti disponibili sulle controversie e di offrire visualizzazioni di varia natura, allo scopo di rendere più veloce ed efficace l’acquisizione di informazioni rilevanti.
Il tutorial per la cartografia delle controversie scientifiche consente ad esempio di determinare quanto una specifica questione sia coperta dai media, di capire rapidamente quali sono i protagonisti coinvolti e di avere un’idea delle loro argomentazioni, di ottenere indicazioni su quali sono le fonti Web più accreditate e legittimate nel discutere specifici argomenti scientifici e tecnologici, oltre ad esplorare quali sono le tematiche calde di cui si discute su social network e servizi di microblogging come Twitter a proposito delle controversie scientifiche e tecnologiche.
La “cartografia delle controversie scientifiche e tecnologiche” è una disciplina piuttosto giovane, che comincia a muovere i primi passi proprio in questi anni. L’obiettivo di mappare i diversi aspetti che caratterizzano le dispute scientifiche e tecnologiche corrisponde al tentativo di far orientare pubblici differenti in tali dibattiti e di offrire risorse per un’informazione ragionata, pluralistica e il più possibile bilanciata su questi temi.
Gli sviluppi futuri nel campo delle tecniche di cartografia delle controversie ci diranno se si tratta di un’utopia tecnologica, oppure se le tecniche e gli strumenti di sintesi automatica dell’informazione saranno effettivamente in grado di risolvere i dilemmi che riguardano la complessa relazione tra scienza, informazione e sistemi democratici.
Andrea Lorenzet è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova e collaboratore di Observa Science in Society. I suoi interessi di ricerca riguardano lo studio delle controversie scientifiche e tecnologiche e la comunicazione della scienza. Ha recentemente curato il volume ‘Innovazioni in corso. Il dibattito sulle nanotecnologie fra diritto, etica e società’, edito per i tipi de Il Mulino nel 2010 (con Simone Arnaldi).