La discussione sullo statuto dell’embrione è diventata negli ultimi anni il tema etico al cento del dibattito pubblico sulla biomedicina, in particolare per quanto riguarda l’opportunità di proseguire o meno la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Questa domanda di fondo è stata affrontata sia dai sostenitori sia dagli oppositori della ricerca sugli embrioni. L’argomento è molto importante perché se dal punto di vista della scienza le cellule staminali embrionali rappresentano il filone più promettente della ricerca biomedica sul futuro trattamento di malattie come l’Alzheimer, il diabete o il morbo di Parkinson, da un punto di vista etico l’intervento sulle cellule staminali embrionali tocca l’essenza della nostra società, perché implica un’azione sulla natura a partire dalle primissime fasi della ricerca. Questa pratica è stata sempre al centro del dibattito giuridico riguardante le attività medico-scientifiche con un forte impatto sulla società e sulla vita civile. Pertanto, la risposta dei diversi attori coinvolti nella disputa sulle cellule staminali embrionali – politici, industrie biotecnologiche, associazioni private, rappresentanti religiosi, esperti di etica, ecc – così come la percezione e la comunicazione della tematica al pubblico, soprattutto attraverso i mass media, sarà decisiva nel determinare il contenuto delle future leggi in materia. In Spagna, soprattutto a partire dal 2002, c’è stato un importante dibattito riguardante la ricerca sugli embrioni congelati, con la promulgazione nel dicembre 2006 di una legge sulla ricerca biomedica che consente la ricerca sugli embrioni congelati, sulle cellule staminali embrionali umane in generale e sulla clonazione umana terapeutica.
Il dibattito politico sulle cellule staminali embrionali è stato il protagonista principale della copertura mediatica sulle staminali sulla stampa spagnola, nel periodo che va dal 1996 al 2006. Questa è una delle principali conclusioni della tesi di dottorato dal titolo “La copertura della ricerca sulle cellule staminali dalla prospettiva del framing. El País e ABC (1996-2006)”, presentata all’Università CEU (Cardinal Herrera University) di Valencia da Cristina Rodríguez Luque. La dott.ssa Luque ha condotto un’analisi del contenuto di 2.481 testi stampati in due quotidiani spagnoli, con un metodo già precedentemente utilizzato in passato per lo studio del The New York Times e del Washington Post. I giornali spagnoli analizzati si trovano ai due estremi del contesto politico spagnolo: El País si identifica maggiormente con tendenze socialdemocratiche, mentre ABC è più vicino a posizioni liberali.
La tesi conclude che il tema della ricerca sulle cellule staminali è quasi assente dall’agenda politica dei mass media all’inizio del periodo analizzato, anche se in ambito scientifico la tecnica è conosciuta sin dal 1970; negli anni successivi è osservata una crescita della rilevanza, in particolare a partire dal 2000, quando il dibattito sulle cellule staminali compare anche sulla scena europea. In particolare, si evidenziano picchi di copertura dal 2002 al 2004 e questo coincide con un picco della discussione politica, con la presa in considerazione della questione da parte del Senato spagnolo e la sua identificazione come conflitto regionale. Gli aspetti industriali legati allo sviluppo della ricerca sulle staminali sono per lo più presenti attraverso due specifiche cornici interpretative, quella legata alle promesse del mercato e quella legata alla discussione sui brevetti e sul diritto di proprietà. I picchi di copertura mediatica sui quotidiani El País e ABC sulle cellule staminali sono identificati nei periodi di discussione politica, quando i giornalisti hanno discusso le implicazioni politiche ed etico-morali della ricerca.
Nel rapporto tra le cornici interpretative che connotano i testi analizzati e le fonti sulle cellule staminali, quando i testi sono incentrati sul tema delle nuove ricerche sono maggiormente citate generalmente le cellule staminali, mentre quando la discussione è impostata sul terreno della legislazione compaiono più spesso distinzioni tra cellule staminali allo stato adulto e cellule staminali embrionali. I mass media si sono concentrati più sulla controversia politica riguardante l’autorizzazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali che non sull’informazione sui progressi scientifici in questo campo con le cellule staminali adulte. Pertanto, il dibattito politico ha catalizzato l’attenzione dei media intorno alle cellule staminali embrionali nella maggior parte dei testi (58%), con meno attenzione ad altre aspetti della questione, come le cellule staminali adulte (17%), e le cellule del midollo osseo (7%). Le cellule staminali ottenute dal midollo osseo sono proposte nella letteratura scientifica come una varietà con un grande potenziale per il trattamento. In campo scientifico, secondo le ricerche nella banca dati di pubblicazioni ‘ISI – Web of Science’, le percentuali sono invertite, se si confronta con la copertura della tematica delle cellule staminali sui media. Infatti, nelle pubblicazioni prettamente scientifiche, le protagoniste sono proprio le cellule del midollo osseo nel 72,5% dei casi. Mentre le cellule staminali embrionali sono citati in misura proporzionalmente minore (20%), e la presenza del termine ‘cellule staminali embrionali umane’ è ancora più bassa (4%).
Dal 1996 al 2006, lo studio individua cinque fasi di sviluppo dell’informazione. La discussione ha infatti inizio sui mezzi di comunicazione di massa in termini medico-scientifici e successivamente si crea un’evoluzione. Le cinque fasi individuate sono le seguenti: “aspetti medico-scientifico (1996-1999)”, “Politica internazionale ed europea (2000)”, “Introduzione alla politica nazionale. Primo dibattito al Congresso spagnolo (2001)”, “Politica spagnola: i conflitti regionali (2002-2004)” e “Politica spagnola: legislazione (2005-2006)”.
Il numero delle fonti utilizzate dai giornalisti aumenta in parallelo al numero di testi, ma le fonti stesse cominciano ad apparire negli articoli a partire dal 1999 e più della metà del campione include una sola fonte. Nelle prime due fasi precedentemente presentate, non ci sono più argomenti contro le tecniche studiate rispetto quelli a favore, ma dopo il 2001, quando la questione diventa parte integrante del dibattito politico nazionale, la situazione è completamente invertita; gli argomenti a favore sono presentati ripetutamente e la presenza delle cellule staminali embrionali raggiunge l’87%. I giornalisti di entrambi i quotidiani analizzati scelgono più voci a favore che contro la ricerca sulle cellule staminali embrionali, gli embrioni congelati e la clonazione terapeutica. Il profilo della voce a favore di solito è di un politico o di uno scienziato, mentre le voci contro sono attribuite molto spesso ai membri della Chiesa Cattolica. Ci sono più voci selezionate a favore (137) che contro (85). La maggior parte di chi è favorevole non dà alcuna motivazione per la sua scelta (25,5%), seguito da un 20% di favorevoli che propongono la “cura delle malattie” come una ragione per sostenere la ricerca. L’argomento più usato nelle fonti contro è la “difesa della vita”, che compare nel 53% dei casi.
Considerando il peso della linea editoriale, ABC presenta più alternative per l’uso degli embrioni e specifica più spesso le fonti da cui sono ricavate le cellule staminali per la ricerca rispetto a El País. Inoltre, la linea editoriale ha un impatto nell’uso strategico della terminologia biomedica. El País, che non considera come un essere umano lo zigote prima di 14 giorni, usa il termine “pre-embrione” un numero di volte doppio rispetto a ABC, che invece difende la protezione di tale entità biologica. El País mantiene la sua posizione per tutto il decennio e non registra alcun testo contrario alla ricerca sulle cellule staminali, mentre ABC sperimenta un cambiamento della linea editoriale sulla ricerca sulle cellule staminali in generale nel 2001, e su embrioni umani congelati dalla fecondazione in vitro nel 2003, oltre a pubblicare un articolo editoriale a favore della clonazione terapeutica nel 2005.
Cristina Rodriguez Luque
Ph.D. in giornalismo con la tesi “Media Coverage of stem cell research from the perspective of framing. El País and ABC (1996-2006)”. Relatori: F. Javier Romero, professore di Fisiologia e Elvira García de Torres, dottore in Giornalismo. Questa tesi è stata valutata ‘eccellente con lode’, oltre ad ottenere una menzione europea da una giuria di esperti formata dal professor Luis Núñez Ladevèze (CEU St. Paul University, Madrid), Prof. José Manuel García-Verdugo (Università di Valencia), Dott. Bernardino Cebrián (CEU Cardinale Herrera University, Valencia), Dr. Diego Contreras (Università Pontificia della Santa Croce, Roma) e il Dr. Dominique Brossard (University of Wisconsin-Madison).
Il lavoro di ricerca per questa tesi è stato finanziato da una borsa di studio del governo regionale di Valencia e con due borse dalla fondazione San Paolo CEU presso la Scuola di Giornalismo di Wisconsin-Madison (con la supervisione del Dr. Dominique Brosard) e la London School of Economics (con la supervisione del Dr. Martin W. Bauer). Cristina Rodriguez Luque ha ottenuto la laurea in Giornalismo dell’Università di San Paolo CEU University nel 2005.