Le percezioni e le varie posizioni assunte dai cittadini durante l’emergenza Covid-19 hanno un ruolo fondamentale nel cercare di individuare l’eventuale riuscita o fallimento delle diverse strategie attuate dalle istituzioni e dai mezzi d’informazione.
Nell’aprile 2021, nell’ambito di un progetto di collaborazione internazionale (COIL – Collaborative Online International Learning) svolto congiuntamente dall’Università “La Sapienza” di Roma e dall’Università di VIC – Università Centrale della Catalogna in collaborazione con Observa – Science in Society, è stato somministrato un questionario su un campione di giovani adulti (18-25 anni) residenti in Italia e in Spagna, attraverso la tecnica CATI – Computer-Assistited Telephone Interviewing. La comparazione tra i dati raccolti in Italia da Observa sulle percezioni della popolazione italiana riguardo alla pandemia e quelli raccolti nell’ambito del progetto COIL evidenziano rilevanti similitudini e differenze di atteggiamenti e opinioni nei due differenti campioni della popolazione.
La pandemia Covid-19 ha generato un’ampia gamma di informazioni. Poiché il consumo di contenuti scientifici attraverso i diversi mezzi di informazione è un forte indicatore del rapporto tra scienza e società, la rilevazione Observa e il questionario Coil hanno avuto l’intento di conoscere il rapporto dei cittadini in generale, e dei giovani in particolare, con l’informazione e la loro fiducia nelle fonti.
La maggior parte degli italiani si è interessata alle notizie riguardanti la Covid-19, mentre solo una percentuale molto bassa non ha mostrato interesse verso le notizie riguardanti la pandemia.
La fruizione di informazioni evidenzia differenze molto rilevanti tra la popolazione italiana generale e il segmento giovanile. Sebbene prevalgano in entrambe le categorie i notiziari televisivi e radiofonici, possiamo notare alcuni dati interessanti riguardo i giovani che, in maggioranza rispetto alla restante popolazione generale si interessano e si informano anche attraverso altre fonti come i quotidiani o le riviste (sia cartacee che online) e sui canali web istituzionali come i siti web del Ministero della salute o della Protezione civile.
La fruizione di informazioni tramite profili social di conoscenti e amici è ridotta e ciò fa presumere che i giovani utilizzino frequentemente le risorse del Web per informarsi riguardo la pandemia ma preferiscano informarsi su canali istituzionali, evitando così di esporsi più facilmente a notizie considerate potenzialmente non affidabili.
Le due indagini hanno rilevato i giudizi di affidabilità attribuita a diverse fonti di informazione sulla pandemia: indicazioni delle istituzioni, medici di famiglia, farmacisti, articoli sui quotidiani, programmi televisivi e radiofonici, parenti e amici. Le fonti d’informazione considerate più credibili sono le istituzioni che vengono ritenute affidabili dal 72,2% dei giovani e dal 41,3% della popolazione italiana generale. È interessante notare questo livello di fiducia espresso dagli studenti, segno di una forte richiesta di garanzie informative alle istituzioni.
Inoltre, i giovani tendono a fidarsi in misura minore delle trasmissioni televisive e dequotidiani dove tuttavia, come evidenziato in precedenza, tendono a reperire le informazioni circa la pandemia. I giovani, dunque, ripongono molta fiducia in chi ha la responsabilità istituzionale di proporre informazioni corrette e affidabili sulla salute. Un dato in controtendenza rispetto allo stereotipo che vorrebbe i giovani rivolti acriticamente verso le fonti Web.
La popolazione italiana generale, monitorata con l’indagine Observa, invece, tende a fidarsi maggiormente del medico di base, con il quale gli adulti hanno più contatti e un rapporto più ricorrente rispetto ai giovani.
La comparazione tra l’indagine Observa e quella Coil conferma il ruolo predominante della televisione come fonte d’informazione principale durante il periodo pandemico. Tuttavia, i cittadini italiani ripongono ancora un’elevata fiducia nelle fonti istituzionali nazionali e locali.
Ma se le indicazioni delle istituzioni sembrano essere quelle più affidabili, come valutano gli italiani le italiane l’operato dei singoli soggetti? Una prima considerazione riguarda la differente percezione e valutazione tra la popolazione generale e i giovani.
Se i dati riguardanti il Governo sono simili in entrambe le rilevazioni, si possono notare delle differenze sostanziali nella valutazione dell’operato dell’Organizzazione mondiale della sanità e della Protezione civile: i giovani giudicano l’operato dei due enti molto negativamente, mentre la popolazione nel suo complesso lo giudica in modo più che positivo.
Ampiamente positivo (più del 76%) il giudizio dei giovani verso i media. Sebbene rimangano i mezzi più utilizzati per informarsi In tempo di pandemia, i media ricevono un giudizio negativo nell’indagine che ha coinvolti i cittadini italiani.
Tra i giovani, gli esperti ricevono un minore livello di fiducia rispetto a quello dalla popolazione italiana in generale. Questo dato si spiegherebbe con il minore livello di empatia e di comprensione verso la popolazione e le varie modalità con cui gli esperti hanno proposto le loro opinioni dato che potrebbe avere un legame con le eventuali misure di contenimento del contagio e le eventuali riaperture giustificando così il grande consenso riversato invece sui vari media.
L’analisi comparata dei dati ci offre la possibilità di individuare delle differenti sensibilità e percezioni tra i giovani e la popolazione italiana riguardo la pandemia Covid-19.
In conclusione, possiamo osservare che le opinioni dei giovani si discostano frequentemente dalle opinioni che emergono dalla rilevazione aggregata. Questi dati ci inducono a riflettere soprattutto sulla necessità di considerare l’opportunità di realizzare strumenti ad hoc che studino il rapporto con la scienza e la tecnologia del segmento più giovane della popolazione.
Elaborazione dati e testo a cura di Matilde Borsari.