Il tema dell’uguaglianza di genere nelle carriere tecnico-scientifiche è ormai divenuto uno dei nodi centrali dell’agenda di istituzioni nazionali e internazionali nell’ambito delle politiche della ricerca e dell’innovazione.
Nell’ambito del Gender Action Plan lanciato da due importanti progetti europei sulla genomica SABRE e EADGENE, Observa ha promosso un’indagine tra il personale di ricerca degli Istituti coinvolti nei due network per valutare le modalità con cui le problematiche di genere sono percepite dai singoli ricercatori e trovano esemplificazione nel loro percorso professionale e privato.
In corso di realizzazione, l’indagine intende mettere in luce vari aspetti legati alla dimensione di genere nel mondo scientifico, con particolare riferimento alla ricerca nell’area delle scienze della vita. L’analisi e il confronto delle posizioni permetteranno di cogliere alcune delle criticità della presenza femminile nel mondo della ricerca e di trarre utili indicazioni sulle cause e le possibili misure per affrontare il fenomeno.
I risultati preliminari dello studio sono stati presentati da Valeria Arzenton in occasione del workshop “Mind the Gap – Workshop Europeo sull’Equità di Genere nella Ricerca Scientifica”, tenutosi a Lodi il 28 giugno 2007.
Il meeting, promosso dal Comune di Lodi, dal Parco Tecnologico Padano e dall’associazione no profit Fair, si è proposto di portare in evidenza i “gap” di opportunità che in alcuni casi ancora ostacolano le carriere femminili e di diffondere i risultati delle misure finora intraprese su scala internazionale.
Ciò che è emerso, in particolare, è che se un sistema meritocratico è ciò che manca veramente alla ricerca scientifica per consentire un’effettiva equità di genere, è necessario promuovere anche un atteggiamento più deciso e combattivo delle donne nella competizione professionale.
Oggi, infatti, la componente femminile è molto numerosa nei vari settori della scienza, tuttavia è troppo spesso confinata a ruoli di minore rilievo rispetto a quelli degli uomini, che di solito occupano le posizioni di potere e prestigio. E, secondo le ricercatrici coinvolte nell’indagine di Observa ciò potrebbe essere dovuto sia alla difficoltà di conciliare la carriera scientifica alla gestione dei figli sia almeno in parte ad un atteggiamento più remissivo delle donne, meno disposte a lottare per l’avanzata professionale. Sembra che le donne stesse pongano dei limiti alla propria ascesa professionale, rinunciando a conquistare ruoli più importanti per non dover adottare comportamenti aggressivi.
Il proseguimento dell’indagine e l’analisi più approfondita dei dati permetterà di verificare se queste visioni e percezioni e delle disuglianze di genere trovano un riscontro più ampio nell’ambito della ricerca scientifica.
Maggiori informazioni sul workshop e su altre iniziative per la promozione dell’equità di genere sul sito dell’associazione Fair. Qui i risultati preliminari dell’indagine.