Grande successo di pubblico per la rassegna “Scienza e società si incontrano nell’architettura”, dal 10 al 13 aprile 2008 in Villa Caldogno
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«Dove finalmente l’animo stanco delle agitationi della Città, prenderà molto ristauro, e consolatione, e quietamente potrà attendere à gli studi delle lettere, & alla contemplatione» Così il celebre architetto del cinquecento, Andrea Palladio, nel secondo dei suoi “Quattro libri dell’architettura” descrive suggestivamente la funzione della Villa.
Nello stesso spirito, la rassegna Scienza e Società si incontrano nell’architettura ha interpretato Villa Caldogno, spazio inedito e informale, dove far dialogare scienza, filosofia, arte e cucina e cogliere suggestioni, visioni e spunti di riflessione «che poi di notte uno ci pensa», come simpaticamente ha detto Gene Gnocchi, ospite della seconda serata, citando alcune voci della sua enciclopedia personale.
Se l’intento della rassegna era proporre e affrontare argomenti e questioni di grande serietà, con uno stile informale e coinvolgente e senza rinunciare al rigore scientifico, l’obiettivo è stato raggiunto per la seconda volta. Dopo il successo della prima edizione 2007, anche quest’anno un pubblico “da tutto esaurito”, incuriosito e attento ha affollato la villa per partecipare alle conversazioni sulla “scienza di Nathan Never” e sulla “teoria dell’evoluzione applicata all’agnello abbacchiato”, sulle relazioni tra influenza aviaria e riqualificazione del territorio e sulle forme del gusto e dei sapori.
Il merito è innanzitutto degli ospiti: il filosofo Giulio Giorello e l’autore di fumetti Antonio Serra, il filosofo della scienza Telmo Pievani e l’attore Gene Gnocchi, l’antropologo Franco la Cecla e il genetista Carlo Alberto Redi, l’architetto Cino Zucchi e la veterinaria Ilaria Capua.
Ma anche la varietà delle iniziative incluse nella rassegna ha permesso di esplorare modalità inedite di parlare di scienza e tecnologia. Il ricco programma di “Scienza e Società si incontrano nell’architettura 2008”, infatti, ha proposto anche un viaggio di esplorazione nel nanouniverso, con la compagnia Le nuvole e il loro spettacolo Le Nanometamorfosi e un assaggio della scienza dolciaria e vinicola di Dario Loison e Fausto Maculan: dolcetti dalle forme e dai gusti fruttati abbinati al sapore equilibrato e dolce del vino torcolato.
Inoltre cinema, con il film Frank Gehry, creatore di sogni, introdotto e commentato dal direttore di Domus, Flavio Albanese, percorsi guidati tra le creazioni artistiche e tecniche degli studenti delle scuole elementari e medie di caldogno e la premiazione dei lavori migliori.
Filo conduttore della rassegna alcune parole chiave – verità, creatività, identità e libertà – che condensano vere e proprie domande filosofiche a cui anche la scienza, l’arte, la politica, la società sono chiamate a porsi.
Verità, per esempio, è stata al centro dell’incontro tra il filosofo Giulio Giorello e l’autore di fumetti Antonio Serra, tutto giocato sui riferimenti ad una delle arti espressive più pop del nostro tempo, il fumetto.
Un fumetto di successo deve essere credibile, ha detto Serra, anche se ambientato in un futuro fantascientifico. La fatica è immaginare cosa potrebbe abitare questo ipotetico futuro, e si corrono dei rischi. Nei primi albi di Nathan Never, usciti vent’anni fa, i personaggi usavano le cabine telefoniche perché nessuno degli autori, ma nemmeno alcun sociologo, aveva previsto l’avvento dei cellulari.
«La sospensione dell’incredulità – ha spiegato Giorello – è necessaria se ci si vuole divertire con un fumetto di fantascienza, ma non deve essere totale, altrimenti ci si annoia». E Giorello lo sa bene, dato che ha firmato con Pier Luigi Gaspa il libro “La scienza fra le nuvole”, in cui si affrontano rigorosi temi scientifici partendo proprio dai fumetti.
Il disegno è un mezzo espressivo di enorme potenzialità: grazie alla sua pratica di illustratore e alla conoscenza di come si formano le ombre, Galileo Galilei capì che il “terminatore”, la linea che divide ombra e luce sulla superficie lunare vista dalla Terra, è a zig-zag perché la superficie stessa è fatta di crateri e cavità.
«L’immaginazione creativa – ha aggiunto Giorello – è una sorte di ebollizione controllata, espressione usata per descrivere tanto l’Ulysses di Joyce, quanto la relatività di Einstein».
E proprio la creatività, altra parola chiave, è più presente nella scienza di quanto si immagini. Anche in un meccanismo come l’evoluzione umana», ha spiegato il filosofo della scienza Telmo Pievani, ospite insieme a Gene Gnocchi della seconda serata.
«Per molto tempo si è creduto che l’evoluzione agisse come un ingegnere. È piuttosto l’attività di un bricoleur, un artigiano che trova alla bell’e meglio soluzioni che funzionano. Spesso, anzi, strutture nate con una certa funzione vengono riconvertite per fare tutt’altro» continua Pievani. Ad esempio: il bipedismo degli esseri umani nacque per ridurre le superficie del corpo esposta al sole, il risultato fu la “liberazione” degli arti superiori. Nella storia evolutiva dell’uomo rimangono alcuni misteri: la struttura anatomica era già pressoché identica a quella attuale già 180 mila anni fa, ma i primi segni di un’attività mentale creativa, come i dipinti nelle grotte o i riti funebri, risalgono a 40 mila anni fa.
«Quanto a me – ha chiosato sornione Gene Gnocchi – ho raggiunto l’apice della mia evoluzione partecipando all’incontro di “Scienza e società si incontrano nell’architettura”. Ma sono preoccupato, perché adesso ho paura di non avere più niente da dire».
In realtà, Gnocchi ha costantemente manifestato la propria creatività anche mediante l’insofferenza rispetto al sapere codificato e a verità ritenuta inconfutabili. «Dall’insofferenza scaturisce la necessità di crearsi un mondo», ed ecco la “sua” enciclopedia, in cui affronta a suo modo lo scibile umano, dalla zoologia, alla fisica: “La boccia va dove la lanciano, ma preferirebbe stare nel cestino assieme alle altre, a parlare del suo destino” (tratto da un articolo di Gianmaria Pitton, Il Giornale di Vicenza, 18 aprile 2008).
Tra gli altri momenti significativi anche il confronto tra genetica e antropologia, proposto da Carlo Alberto Redi e Franco la Cecla, per svelare le incognite dell’indentità, e i pensieri in libertà di Ilaria Capua e Cino Zucchi.
Scienza e Società si incontrano nell’architettura è un’iniziativa promossa da Observa – Science in Society e dal Comune di Caldogno, con il patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Vicenza, C4 – Centro Cultura Contemporaneo Caldogno e VAGA – Associazione Giovani Architetti di Vicenza. La rassegna è realizzata con il contributo di Camera di Commercio di Vicenza e di Trend Group S.p.A. e con la collaborazione di Corriere del Veneto (Media Partner), Hotel Vergilius, Tipografia Campisi, Libreria Galla 1880, Ristora, Loison Pasticcieri, Maculan Azienda Agricola e Compagnia Teatrale Le Nuvole.Observa fa parte del network europeo “Città della Scienza”, coordinato dalla città di Barcellona e sostenuto dalla Commissione Europea, che comprende anche le città di Vienna, Lisbona, Magdeburgo e Tromso.
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