“L’astrofisico e l’artista valutano la possibilità di costruire una città volante. Lo chef e l’esperto di alimentazione discutono sulla sominglianza tra una cucina e un laboratorio. Il sociologo e il filosofo del linguaggio dialogano sulla copertina di un disco dei Beatles. Sono tre assaggi del corposo e variegato contenuto degli incontri proposti in villa Caldogno da Observa e dal Comune di Caldogno. Umberto Galimberti e Roberto Vacca, Giovanni Bignami e Tomas Saraceno, Carlo Cannella e Massimiliano Alajmo, Flavio Albanese ed Edoardo Boncinelli sono stati alcuni degli ospiti della rassegna, premiata, in tutti gli appuntamenti – da una notevole presenza di pubblico”. *
Così da più parti è stata presentata la rassegna “Scienza e Società si incontrano nell’architettura”, quattro giorni – dal 12 al 15 aprile 2007 – di incontri, dibattiti, esposizioni e cocktails tra scienza, arte, filosofia, architettura, cucina e musica.
Il presidente di Observa commenta così: “è stata una scommessa, anche se non completamente al buio, perché abbiamo coinvolto relatori di cui conoscevamo le doti comunicative. Però non avevamo idea di quale sarebbe stata la risposta del pubblico, che si è rivelata ottima, in termini non solo quantitativi, ma anche qualitativi: silenzio attento durante gli interventi e poi molte domande. Ha funzionato la formula del dialogo tra i due esperti che abbiamo preferito alla tradizionale lezione cattedratica. I relatori stessi sono stati alle regole del gioco e hanno sottolineato la costanza del pubblico del seguire i vari incontri. Senza dubbio abbiamo visto che parlare di scienza in pubblico si può e non solo: le persone anche se non hanno competenze scientifiche, sono disposte a mettersi in gioco” *.
* dall’articolo di Gianmaria Pitton, il Giornale di Vicenza, sabato 21 aprile 2007. L’articolo completo può essere scaricato qui.
Perché un festival dedicato a “scienza e società nell’architettura”
Un rapporto più stretto tra scienza e società è oggi considerato un presupposto necessario per lo sviluppo economico e più in generale per il benessere sociale. Da più parti si lamenta un dialogo insufficiente tra ricerca e mondo produttivo, tra esperti e cittadini. Anche per questo motivo numerose istituzioni, da quelle europee a quelle locali, hanno promosso in questi anni iniziative nell’ambito della comunicazione della scienza e della cultura scientifica. Ricerca e innovazione rischiano però di perdere un’effettiva possibilità di impatto e di arricchimento senza una concreta interazione con le diverse aree di creatività ed esperienza pratica.
E’ da questa consapevolezza che nasce il network europeo Città della Scienza, coordinato dalla città di Barcellona: sviluppare un coinvolgimento del pubblico sui temi della scienza che non sia generico e astratto, ma fortemente radicato nelle differenti sensibilità locali e territoriali dell’Europa. Accanto a una divulgazione cattedratica di contenuti scientifici che non di rado rischia di essere identica da Londra a Lisbona, diviene quindi necessario portare una sensibilizzazione attenta alle diverse specificità culturali e produttive. Un’esigenza particolarmente avvertita in un territorio come quello veneto, in cui ricerca e innovazione, spesso di alto livello, si collocano in un tessuto diffuso di piccole e medie realtà che come tale poco si presta al trasferimento di modelli pensati per contesti assai diversi come quelli nord-europei.
Di qui l’idea di Observa Science in Society, membro italiano del network, di concretizzare la discussione pubblica sui temi della ricerca e dell’innovazione su un terreno fortemente caratterizzante per l’identità e la tradizione del Veneto quale l’architettura.
Le ville del vicentino o gli edifici veneziani per cui siamo noti in tutto il mondo non sono solo un’affascinante esperienza estetica, ma una testimonianza concreta dell’incontro tra scienza, tecnologia, società e cultura Se noi potessimo sezionare queste grandi opere architettoniche vi troveremmo le indelebili impronte delle conoscenze tecnico-scientifiche, dei valori e delle ambizioni dell’epoca in cui furono progettate. Ed è anche e soprattutto nell’architettura, ad esempio, che si consuma su base quotidiana il nostro rapporto con lo spazio, la luce e il tempo, il non sempre facile incontro tra saperi e necessità pratiche.
Potremmo così scoprire che il tanto auspicato dialogo tra i linguaggi scientifici e quelli umanistici – la separazione tra le due culture, ormai forse diventate ben più di due, lamentata già quasi cinquant’anni fa da Snow – non va inventato da zero, ma può essere riscoperto e rivalutato a partire dalla tradizione. E che scienziati, tecnici, artigiani e artisti hanno lavorato a stretto contatto sin dalla nascita della scienza moderna, al punto che l’anatomista Andrea Vesalio, professore a Padova, intitolò nel 1543 il suo capolavoro De Humani Corporis Fabrica e lo fece corredare dai magnifici disegni di un allievo di Tiziano. Una tradizione da rivalutare e aggiornare alla luce dei sempre più rapidi sviluppi della ricerca e dell’innovazione, ma da non dimenticare allorché si auspica un maggior coinvolgimento della società sui temi della scienza. Non c’è opposizione, né gioco a somma zero tra scienza e cultura, tra ricerca e società, tra innovazione e tradizione, ma una possibilità di reciproco stimolo e arricchimento, purché la si sappia opportunamente valorizzare.
La rassegna “Scienza e società si incontrano nell’architettura” ne è un chiaro esempio: risponde alla sfida di concretizzare il dialogo tra scienza e società, tra innovazione e territorio attraverso le intelligenze, le passioni e le esperienze di scienziati, artisti, filosofi.
Coppie di esponenti della scienza, dell’architettura, dell’arte e della filosofia hanno dialogato tra loro e con il pubblico sul rapporto tra scienza e società confrontandosi su alcune parole chiave, giocando con codici inediti e proponendo accattivanti punti di vista.
La serata inaugurale (giovedì 12 aprile 2007) ha visto il filosofo Umberto Galimberti e l’ingegnere e scrittore Roberto Vacca discutere di Tecnica, preceduti da un saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Caldogno Costantino Toniolo e del presidente di Observa Federico Neresini.
Venerdì 13 aprile l’astrofisico Giovanni Bignami (nuovo Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana) e l’artista Tomas Saraceno (noto per le sue installazioni ‘aeree’, esposte tra l’altro al Barbican Centre di Londra) si sono confrontati sul tema dell’Immaginazione. A conclusione della serata il sociologo della scienza Massimiano Bucchi e Mario D’Angelo hanno esplorato i rapporti tra Scienza e pop music con proiezioni video e djset.
Sabato 14 aprile si è parlato invece di Scienza in Cucina con uno dei più grandi chef italiani, Massimiliano Alajmo del Ristorante Le Calandre e Carlo Cannella, esperto di scienza dell’alimentazione e ospite della trasmissione televisiva Superquark condotta da Piero Angela.
La rassegna si è conclusa domenica 15 aprile con una ricca serie di appuntamenti: l’incontro tra il direttore della rivista di design e architettura Domus Flavio Albanese e il genetista Edoardo Boncinelliche hanno esplorato i diversi significati di Progetto, la proiezione del video “Architetture della Scienza” introdotto da Leopoldo Benacchio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e infine la premiazione del concorso “Il mio Laboratorio Ideale”, cui hanno partecipato gli studenti delle scuole elementari e medie di Caldogno. Tutti i lavori sono stati esposti durante i giorni della manifestazione, in una mostra allestita nelle Barchesse di Villa Caldogno.
L’iniziativa è stata realizzata con il patrocinio di Commissione Europea, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Istituto Regionale Ville Venete (IRVV) e Associazione Giovani Architetti Provincia di Vicenza (VAGA), il sostegno di Intesa San Paolo e il contributo di Camera di Commercio di Vicenza, Librerie Galla 1880, Jolly Hotel Tiepolo, Tipografie Campisi e Corriere del Veneto. L’iniziativa è in collaborazione con il Forum “Futura Innovazione: esperienze a confronto, prospettive per il futuro”, promosso dalla Camera di Commercio di Vicenza e dal Centro Produttività Veneto, che si terrà il 4 maggio 2007 presso la Sala Palladio dell’Ente Fiera di Vicenza(VI).
Observa fa parte del network europeo “Città della Scienza”, coordinato dalla città di Barcellona e sostenuto dalla Commissione Europea, che comprende anche le città di Vienna, Lisbona, Magdeburgo e Tromso.
Nella home page, la foto di un plastico realizzato da uno studente della scuola media dell’Istituto Comprensivo di Caldogno, per la mostra “Il mio laboratorio ideale”.Nella foto grande, un momento dell’intervento dello chef Massimiliano Alajmo.