Le discussioni sullo sviluppo e sul rilancio dell’economia sono spesso incentrate sull’importanza degli investimenti in ricerca e innovazione, misurabili in parametri quali pubblicazioni scientifiche e brevetti. È un discorso senz’altro condivisibile, ma che talvolta rischia di rimanere astratto e ispirato a modelli – come quello scandinavo – di non facile trasferibilità nel nostro contesto. Si trascura così la dimensione del rapporto tra ‘sapere’ e ‘saper fare’, tra conoscenza e abilità manuale, che le statistiche su brevetti e investimenti non colgono. Un tema, questo, di particolare rilevanza per il territorio veneto e la sua ricca tradizione, fatta anche di saperi pratici e incorporati in manufatti conosciuti a livello internazionale. Basti ricordare quanto fu prezioso, per uno scienziato come Galileo, attingere all’esperienza manuale dei ‘peritissimi artefici’ (come lui li chiamava) dell’Arsenale di Venezia.
Valorizzare manualità e abilità tecniche ha un valore civico e sociale. Non più sostenuto da un’etica del sacrificio come quella che ha tradizionalmente propulso lo sviluppo del nostro Paese, il lavoro rischia di svuotarsi completamente di un senso che non sia quello del successo nel più breve tempo possibile. La gratificazione che una ‘cosa ben fatta’ (“a regola d’arte”, si dice non a caso) offre a chi l’ha realizzata, come ben sa chiunque si sia cimentato in un’attività manuale, è fonte di soddisfazione e legittimazione del proprio ruolo sociale che va al di là della stessa ricompensa monetaria.
Proprio in quest’ambito si inserisce la nuova Rassegna A regola d’arte.
In linea con le precedenti edizioni di “Scienza e Società si incontrano nell’Architettura”, la rassegna raccoglie la sfida di promuovere il dialogo tra scienza e società, tra innovazione e territorio, al di fuori delle aule accademiche e delle astratte dichiarazioni di principio; di concretizzarlo attraverso le intelligenze, le passioni e le esperienze concrete di scienziati, artisti, imprenditori e politici; di renderlo così comprensibile non solo agli addetti ai lavori, ma alla più ampia cittadinanza.
Il tema di quest’anno sarà quello della riscoperta dell’incontro tra sapere e saper fare, tra cultura e competenza manuale. Protagonisti degli incontri saranno designer, artisti, scienziati, filosofi e musicisti chiamati a coppie a dialogare tra loro e con il pubblico su sapere e saper fare a ‘regola d’arte’.
Come nel 2009, la Rassegna sarà arricchita da una serie di spettacoli teatrali, concerti, performances e proiezioni cinematografiche che animeranno il Complesso di Villa Caldogno nelle tre serate della manifestazione.
A breve il programma completo della rassegna.
Per informazioni, Ufficio Stampa Observa: 0444 305454; comunicazione@aregoladiarte.it, www.aregoladiarte.it